domenica 31 dicembre 2023

È il dopo che manchi…

 

@lucio stivanello

Il 31 dicembre pioveva e c’era una nebbia greve.

D’altra parte come poteva essere l’ultimo giorno dell’anno di merda in cui ho passato nuovamente sola come tutte le altre volte che l’ho passata al tuo fianco prima della tua morte mamma ?

Finalmente l’ho scritta la parola morte accanto al tuo nome.

Ci ho messo sei mesi mamma.

Per ogni animale che vedo investito faccio un poema, su di te non una sola parola.

Poche lacrime asciutte, che ancora sono qui ad aspettare l’onda di piena.

Per ora la diga tiene, ma è di cristallo.

Si crepa ogni tanto, in momenti buffi, come quella volta all’esselunga davanti al succo all’ace che tanto ti piaceva.

Sono le piccole cose del quotidiano a rendere irrimediabile l’assenza.

Singhiozzavo fra la gente con i carrelli pieni di pasta e mi veniva anche da ridere, perché a noi due il senso dell’umorismo non è mancato mai.

Quando se ne vanno, quelle come te lasciano baratri che danno vertigini.

Sei stata una donna incredibile.

Inquieta, teatrale, bellissima, buona di una bontà senza ombre.

Malinconica, coraggiosa, folle, forte per necessità, disperatamente fragile.

Capace di cambiare dieci umori ancora prima del primo caffè del mattino.

Un caos armonioso.

Io sono cresciuta per contrapposizione.

Mi sono fatta argine, 

casa, muro portante, via maestra. Ho finto per te di essere saggia.

Che coppia improbabile che siamo state “da giovani”, tu che l’affetto lo dicevi con i tortellini , io anoressica e vegetariana.

Io un riccio silenzioso , tu un tornado di parole, iperboli, emozioni a fior di pelle. Il tuo problem solving surreale, la mia intelligenza cupa, che tanto ti metteva in soggezione.

Hai la testa di tuo padre mi dicevi con orgoglio, mi facevo forte di questa distanza fra noi. Ho capito tardi che  sei sempre stata tu la mia parte migliore, ora mi commuovo quando ritrovo il tuo gesto nel mio. 

Mi hai insegnato ad essere una donna libera. Mi hai raccontato che avrei potuto arrivare ovunque avessi voluto.

Mi hai ripetuto allo sfinimento quanto eri fiera di me, anche quando facevo di tutto per deluderti. 

La tua vera eredità è questa, sono una guerriera, come te.

Certo mi hai lasciato anche seni pesanti, la sciatica e grandi case piene di fantasmi di cui fatico a pagare le successioni, ma sono dettagli.

L’ultima volta che ci siamo viste, in una sera di gennaio uguale a mille altre sere, tutte e due sapevamo che sarebbe stata l’ultima. 

Di solito queste cose non si sanno mai e si sbagliano gli addii, ma noi siamo due streghe del cazzo.

Io ti ho detto  ti voglio bene, sei stata una grande madre, impegnativa, ma grande.

Lo so,  avrei potuto risparmiarmi impegnativa, ma insomma i finali sono le cose più difficili anche nei romanzi.

Tu hai sussurrato “sei la mia anima”.

Ecco qua Duse del mio cuore la tua ultima battuta.

Un amore immenso come il nostro non si meritava niente di meno.

Ora tengo le tue ceneri sul comodino, ti parlo ogni mattina e sembro un po’ sbroccata come Vianne di Chocolate, ma non mi importa, il posto tuo è qui e puoi riposare, finalmente.

Se ascolto bene, sento ancora la tua voce che mi dice sei stanca nini, hai le mani in disordine, devi curarti di più e copriti il collo che prendi freddo.

Ecco mamma io con questa cosa di non essere più figlia devo ancora venirci a patti, perché, diciamocelo, a nessuno al mondo,mai più, importerà se sono stanca o prendo freddo alla gola, ma soprattutto nessuno mi chiamerà mai più nini e questo è molto triste. Con te se ne è andata definitivamente la mia parte  bambina. Ho trovato una nostra foto .

Siamo proprio noi.

Per chi sa vederci.

Lì nella tua forma un poco piegata fai la linguaccia da monella hai il cappotto con il collo di visone, gli occhiali , i capelli bianchissimi come la neve e i guantini neri  a mezza mano, perché così le signore nascondono l’artrite.

Io? Io non mostro il viso e tengo le dita nascoste, perché, cazzo, tanto per cambiare, ho lo smalto sbeccato e poi tu mi dici che mi devo curare di più …. Comunque ora manchi mamma.

Ah dimenticavo buon anno !



venerdì 1 settembre 2023

Lu ciò che conta

 

@LucioStivanello


Voler bene è ciò che conta,
fare e ricevere una carezza, stringersi nell’abbraccio, sorridersi, ascoltarsi,
essere spalla e bastone, essere sorretto e consolato quando è necessario.
Condividere è ciò che conta,
avere qualcuno con il quale cantare, ballare, tagliare il pane,
brindare con il bicchiere pieno.
Dedicarsi a qualcuno o qualcosa,
appassionarsi, per dimenticare il tempo che scorre,
farne luce che conosce solo l’eterno presente.
Sono queste le cose che contano:
voler bene, condividere, dedicarsi “a” con passione…con amicizia la vera amicizia …
e tutte le altre che ci fanno dire: è stato un giorno buono.

giovedì 31 agosto 2023

Rialzati sempre !!!


@luciostivanello

Mettiti sempre nelle condizioni di poterti rialzare
anche quando la vita ti farà cadere,
di tornare a sorridere
anche quando il dolore avrà consumato tutte le tue lacrime.
Mettiti nella condizione
di poterti guardare allo specchio e dirti
“Mi amo, mi amo perché sono bella, bella dentro
perché non mi risparmio mai e non faccio calcoli,
perché metto sempre tutto il mio cuore,
la mia testa, la mia anima in tutto ciò che intraprendo,
perché non mi accontento mai delle risposte
e pongo sempre nuove domande,
perché non desisto se non le ho provate tutte
e me ne faccio venire in mente una più del diavolo
se necessario.
Mi amo perché non delego e so che niente mi è dovuto,
perché non ho paura di mostrare quello che sono,
perché ho imparato ad amare i miei difetti,
perché ho il coraggio di riconoscere i miei sbagli ed imparare da essi,
perché sono consapevole delle miei cicatrici
e accetto che qualcosa possa avermi cambiata per sempre,
perché so inventarmi sempre nuova,
perché so guardare in faccia la realtà e nutrirmi di sogni.
Mi amo perché ho imparato a chiedere aiuto
se ho bisogno di qualcuno che mi sorregga,
perché ho il coraggio di sanguinare se l’amore lo richiede
e la fatica non mi fa paura.

Mi amo infine e innanzitutto
perché semplicemente sono
e la vita in sé non ha bisogno di spiegazioni
per essere amata”.

Mettiti nelle condizioni di riconoscere
che tutto è un percorso,
che non si è mai giunti alla fine
e finché c’è vita si sbaglia e si inciampa,
che è autolesionismo
pretendere da se stessi e dagli altri la perfezione,
che la bellezza risiede nel neo, in ciò che graffia,
ci sorprende e ci sospende il fiato.

Impariamo a dire “mi Amo”
perché non ci sarà data
nessun’altra occasione per farlo.
Non perdiamola.”


mercoledì 30 agosto 2023

Voglio che tu sappia che sono felice


Foto di proprietà di @luciostivanello

Voglio che tu sappia che sono felice, anche quando piango, quando mi dispero, quando penso di aver perso la rotta. Niente mi rende più felice della consapevolezza di essere me stessa. E questo è bellezza. –
La bellezza non è solo nel sorriso, nella giornata di sole, nel fiore che sboccia. La bellezza, forse, per essere veramente tale, ha bisogno del neo, di ciò che non riporta, dell’ombra. Senza chiaroscuri siamo solo profili appiattiti nel giorno, panchine verniciate a fresco, sulle quali nessuno si siederà. Per condividere un tempo, bisogna accogliere, e per accogliere bisogna mostrare anche i giorni struccati, le rughe, la polvere, i panni sudati, le macchie di dentifricio che abbiamo dimenticato di lavar via. Per accogliere bisogna abbracciare, e perché l’abbraccio non sia solo uno stringere, occorre che l’altro sappia delle lacrime nel sorriso, dello sconforto nella speranza, della stanchezza nel passo. Cos’è la bellezza se non verità, e cos’è la verità se non amore. L’unica verità possibile è quella del sentire ed è lì che vive la bellezza. La bellezza è una categoria del cuore, un attributo che doniamo al mondo quando lo guardiamo con gi occhi dell’amore.

domenica 23 luglio 2023

24 luglio!


   “Lloyd, chi era alla porta?” “La rassegnazione, sir. Ma non si preoccupi, l’ho mandata via” “Ma perché, Lloyd? Ci avrebbe portato un po’ di tranquillità!” “Però avrebbe rubato le ultime speranze, sir” “Perché pensi che glielo avrei lasciato fare, Lloyd?” “Perché è difficile vigilare su qualcosa che ora si pensa di non aver più, sir”