Non sempre si ha qualcosa da dire, da scrivere. Ci si lascia vivere semplicemente, come automi sopraffatti dal mondo percepito, ipnotizzati dai cinque sensi, immersi nell'oblio dell'illusione. Ma dov'è e qual'è quindi, la realtà?
Ieri mattina ero in macchina. Quando viaggio su strada la mia mente viaggia alla stessa velocità delle ruote e gli scenari impossibili d'un tratto si fanno possibili, come il panorama che improvvisamente mi appare dal nulla, dopo una curva un pò stretta. Con un pò di logica, mi sembra ovvio ( un ovvio del tutto personale, ne convengo ) che la realtà che crediamo tale in realtà non lo sia. E' una realtà fittizia che scaturisce dal pensiero, in continuo mutamento, è la capacità che abbiamo di tramutare i sogni in materia, quindi camminiamo i nostri sogni, e se questi sono i nostri sogni, la realtà vera, dov'è?
Tocco l'ultimo bordo sicuro della mente, osservo alienata tutto ciò che mi circonda, mi percorre un profondo brivido di paura, di incertezza assoluta, e mi costringo a ritornare nei binari, consapevole di aver tirato ancora un pò di più l'elastico della consapevolezza estrema, quella senza tempo e senza materia, che avvicina all'anima. Ed è singolare come, avvicinandomi a questo stato di assoluta solitudine, dove l'infinita creatività del pensiero spazia in dimensioni aliene, sorretta solo dal coraggio della propria incoscienza, al ritorno da questi viaggi nell'ignoto io mi senta un tutt'uno con ciò che mi circonda, quasi che la percezione dell'unità sia in qualche modo legata al sapersene distaccare totalmente.
Non sempre ho qualcosa da dire, ma ho sempre qualcosa da pensare.
Quindi, sono vittima di un sogno continuo.
E la mia sensazione è che il sogno non si fermi con l'esistenza terrena....
Tocco l'ultimo bordo sicuro della mente, osservo alienata tutto ciò che mi circonda, mi percorre un profondo brivido di paura, di incertezza assoluta, e mi costringo a ritornare nei binari, consapevole di aver tirato ancora un pò di più l'elastico della consapevolezza estrema, quella senza tempo e senza materia, che avvicina all'anima. Ed è singolare come, avvicinandomi a questo stato di assoluta solitudine, dove l'infinita creatività del pensiero spazia in dimensioni aliene, sorretta solo dal coraggio della propria incoscienza, al ritorno da questi viaggi nell'ignoto io mi senta un tutt'uno con ciò che mi circonda, quasi che la percezione dell'unità sia in qualche modo legata al sapersene distaccare totalmente.
Non sempre ho qualcosa da dire, ma ho sempre qualcosa da pensare.
Quindi, sono vittima di un sogno continuo.
E la mia sensazione è che il sogno non si fermi con l'esistenza terrena....
