Di quando da piccole ascoltavamo la musica sdraiate sul pavimento di camera mia, perché adesso posso dirlo a diciotto anni eravamo piccole davvero anche se non ci sembrava così. Di quando ti ho rivisto l’altro giorno, dopo 6 anni e mi tremavano le gambe, il cuore, la voce, le mani. Avrei voluto abbracciarti, all’inizio, dopo, salutandoti. Avrei voluto che le cose fossero andate diversamente, è questo. Ho pensato questo quando poi sono tornata a casa, poi, molto poi perché ho fatto di tutto per non tornarci come in quella canzone degli smiths. Ho pensato che avrei voluto che fossimo state talmente importanti l’una per l’altra da impedire tutto questo, tutti questi anni, tutto questo silenzio, tutte queste domande. L’unica risposta che mi sono data è che le cose non erano come le percepivo io, erano diverse, tanto e forse lo sapevo, ma gli anni, questi, hanno confuso tutto e non lo so più trixi,avrei voluto chiedertelo ma tu non c’eri più. Ti guardavo, gli occhi, i capelli nascosti, la tua pelle struccata, le tue mani, i polsi, li guardavo e ti cercavo, cercavo la me di anni fa e probabilmente non la volevo trovare. Cercavo strategie, cercavo le parole, le nostre, le tue, quando eri avvolta nel buio delle mie stanze, le risate, cercavo quelle e non le ho trovate trixi, ma ho trovato tanta tristezza, quella. Sono tornata a casa, poi e ti ho cercato ancora, tra i diari, tra le parole, ancora, tra i ricordi e mi sono messa a piangere e non so più da quant’è che non lo facevo, per te non l’ho mai fatto. Sono sempre stata confusa sul nostro rapporto, su quello che ci ha riguardato, ma l’altra notte mi è sembrato tutto così limpido e chiaro così disarmante da non riuscire a chiederti qualcosa, qualche perché, qualche com’è. Ti guardavo e non c’eri come non ci sei stata negli anni e io a questa cosa non avevo mai pensato. Paradossale. Era questo che cercavo di spiegarti, di capire. Ho sempre reputato il nostro rapporto come qualcosa di estremo, di intimo, di speciale, ma forse ad esserlo eri solo tu, noi non lo eravamo, ho pensato, perché se noi lo fossimo state, in quel modo,come con Paola, tutto questo non sarebbe successo. Non ci saremmo ritrovate dopo anni sotto a un gazebo in un luglio mite a raccontarci pezzi di vita sparsi negli anni. Avrei voluto viverli quegli anni con te. Avrei voluto esserci. Avrei voluto averti. Vorrei esser stata importante per te, da non permettere tutto questo, da non far passare tutto questo tempo. L’ho fatto passare anch’io, certo e non so perché, o forse lo so, forse mi avevi deluso tante volte trixi, e credo di averlo fatto anch’io con te, ma soprattutto con me stessa, per aver permesso tutto questo. A volte è solo la vita, cambia, ci cambia, eravamo qualcosa, siamo diventate qualcos’altro, lo so, succede, a me più spesso che a te. Non so quello che è successo, anche se eri con me l’altro giorno, non so perché né per come, non lo so. So che razionalmente sparire dalla vita di una persona per anni vuol dire qualcosa, volerlo fare, lasciare scorrere i giorni, non sentirne la mancanza, vivere senza e non facevo altro che pensare a questo e allora anche se eri seduta accanto a me mi sembravi lontanissima e lo eri, persa in una vita che non so, in una in cui io non ci sono.Non posso parlare con la trixi di 6 anni fa. Non posso cambiare le cose. Avrei voluto, è solo questo. Avrei voluto capirlo prima e avrei voluto non dover mettere tutto in discussione, perché non l’avevo mai fatto anche se ti ho fatto pesare tutto magari, ma non era così, ora lo so. Ti ho cercato e ho trovato solo tanta tristezza.
Dopo 6 anni ti rivedo e parliamo di noi, del mio matrimonio,del parto,del nostro vivere diverso da prima,del tuo lavoro,del tuo ragazzo,torno a casa e mi viene da piangere e lo faccio come non l’ho fatto mai per te.
Sei un passato che non riesco più a pensare e vorrei che non fosse così.