I miei pensieri hanno una voce diversa. Sono riuscita a scriverlo. È questo. La me dentro, è diversa. È come se ci facessimo compagnia, come se fosse nata e cresciuta negli anni. Quando leggo la mia voce è fluida, teatrale, accentata nei momenti giusti, lenta e ritmata quando serve, sarebbe bellissimo se fosse così anche quando leggo ad alta voce. Vorrei sapere se è così per tutti e se lo fosse vorrei che esistesse un modo per poter ascoltare le voci interne di tutti. È una voce, io la sento, anche adesso che sto scrivendo questo e lo leggo mentalmente, quasi m’impressiono a sentire nel silenzio una voce che nella realtà non esiste, che ha un suono solo dentro di me e legge, scrive, pensa. La voce della mente. Mi verrebbe da chiederle chi sei, ma per assurdo sono proprio io, la sento come la me più vera, è forse questa l’anima, il carattere, la “persona” piuttosto che quello che fa, che dice? Mi dispiace che nessuno potrà mai conoscerla, sembra assurdo ma è così diversa dalla me che è, che appare.
Oppure può essere anche questa la differenza tra “essere” e “apparire”? Quando leggo “dentro” non ho incertezze, quando penso i miei pensieri si formulano in maniera fluida e così quando scrivo. Raramente parlo come penso. Ogni tanto mi capita e l’attimo dopo mi meraviglio e mi fa paura la totale assenza di consapevolezza che c’è nel dire un qualcosa senza poter aver la capacità totale di rendersi conto di quello che si sta per dire. È così no? Il tempo che passa dal formulare un pensiero e dirlo, di farlo uscire, di renderlo ascoltabile da chiunque non possiamo percepirlo no? È troppo veloce. Vorrei sapere la tua voce interna com’è. Vorrei sapere se queste cose che mi sembrano strane le penso solo io, se qualcun altro non si riconosce in quello che è per gli altri o forse succede a tutti ed è per questo che apprezziamo quando qualcuno ci fa sentire veramente noi stessi, ma io non lo so se mi è mai successo completamente o se mi ci sono solo avvicinata. Mi sento così velocemente mutevole, è quando ascolto i miei pensieri che mi ritrovo. ( Si può dire “ascoltare” per una cosa che non emette un suono ascoltabile da un orecchio?) Molte delle cose che penso mi fanno paura e non le dico. Ultimamente parlo sempre di più di cose di poca importanza, con la maggior parte delle persone. Non sento nessuno particolarmente vicino. La maggior parte delle persone mi hanno deluso e mi ci sono allontanata interiormente, anche senza dire niente, è successo, mi sono adeguata, come la sabbia nelle formine, come una specie di pezzo di puzzle malleabile, mi sono adattata perché potessi andare vicino a un altro pezzo di puzzle che per natura con i miei spigoli non c’entrava niente, non li poteva contenere e io non potevo far spazio ai suoi, a volte il pezzo era solo la vita.
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