Ci sono giorni di chiarezza crudele.
E la vedi proprio tutta la tua vita storta.
Il bivio fra quello che sei e quello che non potrai essere più.
Tutti ne hanno uno.
Il mio è stato un giorno come oggi pochi giorni prima di Natale.
Avevo cinque anni, un pigiamino a colori dei capelli indomabili e un carattere di merda.
Stavo nascosta fuori da una stanza stracolma di regali.
Tu dicevi " Sei il solito esagerato, non è quel che vedi” e mio nonno ti rispondeva "A lei darei il mondo e anche di più "
l'ultima volta in cui sono stata bambina. In cui ho pensato che l'amore non te lo devi guadagnare, è tuo di diritto, anche se sei ombrosa e spettinata. Perché in fondo l'infanzia è questa cosa qui, la libertà di essere anche cattivi.
Poi si cresce il nonno è morto e c'era il tuo dolore dappertutto. Impregnava ogni cosa.
Per me sei diventata un vaso di cristallo. Ho smesso di piangere perché avevo paura che una sola lacrima in più ti rompesse.
Non mi sono più permessa di essere fragile e nemmeno stanca. Lo eri già tu per tutte e due.
Ho pensato che se fossi stata perfetta ti avrei reso di nuovo felice.
La perfezione è un gioco al massacro. Non basta mai.
Perché non sei mai abbastanza aggraziata
Bella.
Brava.
Per Biancaneve c'è sempre qualcosa in più da dimostrare per conquistare il cuore della regina.
La perfezione è quella cosa che quando stai per raggiungerla cambi strada, perché sai di non
meritarla e in fondo a te interessa solo la corsa.
Fin che corri non hai tempo per pensare.
E adesso, adesso che mi vorrei fermare, io mica lo so come si fa.
Di tutte le cose che ti ho perdonato una sola non ti lascerò passare mai, non avermi protetta da me stessa.
Non me lo hai insegnato a tenere i vampiri fuori dalla porta.
Cazzo mamma,ora che non ci sei più e mica te lo ricordi nemmeno il dolore, dove la metto tutta questa rabbia?
E allora lo dico alla madre terribile, che ormai esiste solo dentro di me, che sono stanca.
E che vorrei tornare bambina ad aspettare
Il Natale
Che ho bisogno di labbra gentili sulla fronte a dirti la febbre
Di una coperta di lana grossa fatta a mano con il pizzo, dal tocco di piccole dita.
Di penombra.
Di qualcuno che mi dica, tu dormi.
Andrà tutto bene.
E ho bisogno di brodo di pollo con dentro le stelline, fanculo se adesso non posso più mangiare voglio il brodo di pollo perché l'amore, quando ancora potevo essere piccola, a me lo dimostravano così.

