“Le persone sono come sono. L’unica possibilità per non starsi troppo sulle ovaie e ipotizzare un qualcosa di stabile e continuativo è quella di provare un reciproco piacere nello starsi attorno, sufficientemente intenso da far pendere la bilancia dal lato del “restare” nell’occasione del (necessario, periodico) momento dello sclero e del conseguente mavaffanculo. Poi ci vuole la pazienza, il rispetto, una certa dose di chiarezza, ma è veramente tutto qua. Il resto, ogni eccessivo accomodamento, ogni roccambolesco tentativo di porre delle condizioni, ogni adattamento logorante e ogni boccone amaro ingoiato con fare da martire e rinfacciato alla prima occasione utile, è perfettamente inutile.”
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