Ho sempre pensato all'abbandono come a una furia che diventa fuga. Un morso senza denti.
Una diminuzione di abitudini. Col tempo ho capito che l'abbandono è l'atto della restituzione - chi mi ha abbandonato, non mi ha lasciato sola, mi ha restituito a me stessa.
Ab.ban.do.no e su quel dò, sulla sillaba tonica, nota musicale o verbo, ho imparato a far camminare la mia salvezza.
Perché chi ci abbandona, non ci lascia, ci salva.

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